Più o meno, la storia è questa. Francesco Wu, brillante giovane imprenditore cinese, vuole promuovere cucina e (quindi) cultura cinesi. Ma se qualche mese fa, aprendo il ristorante, avesse scritto nell’insegna “Lamian a mano”, spiega, non avrebbe avuto lo stesso successo. Purtroppo è così. Piuttosto ignari rispetto a cibo e civiltà dell’Estremo Oriente, i consumatori italiani sono rimasti abbagliati dal Giappone e cercano solo quello.

Perciò lo spirito commerciale di Wu li asseconda. Peccato, perché sarebbe bello che si cominciasse a spiegare la meravigliosa complessità della cucina cinese. Magari ci arriveremo, Francesco se lo ripromette. Ah, il locale di viale Tunisia Lanzhou Ramen a mano non è suo, gli hanno copiato l’idea (“questi cinesi…”, scherza).
Intanto, in piena Chinatown, dove ha scelto arredi in omaggio a Milano e ingredienti in omaggio alla qualità, prepara lamian di diversi spessori, dai più sottili (“tirati” più volte da artigiani specializzati) ai più grossi, ottimi per chi ama la pasta callosa. Li serve in brodo o asciutti con diversi condimenti e sono davvero tutti buoni. Mette in lista altri piatti semplici e tipici, dalla carne di manzo all’insalata di cetrioli e alle radici di loto, ma anche qualche ricetta fusion interessante. Sorprende con una carta di vini per lo più biologici, di piccoli produttori affidabili. E con una vetrina di paste e tortine invitanti e squisite: “Non ho ancora trovato un cinese che faccia bene i dolci”, dice Francesco. Così ha optato per Nicolò Moschella, giovane pasticcere di Cornaredo molto noto ai buongustai bene informati. Chapeau, signor Wu.
Dove
Ramenamano
Via Paolo Lomazzo, 20 – Milano
02 3653 6559